Un settore “strategico” quello delle energie rinnovabili, soprattutto se si guarda a Paesi come la Cina dove “poco prima che il governo italiano a novembre emanasse la Sen, a ottobre dello scorso anno la State Grid Corporation of China, che è l’equivalente delle nostre Enel/Terna, ha lanciato un piano di investimento da trentamila miliardi di dollari, equivalente a circa 15 volte il nostro debito pubblico. Con l’obiettivo ben preciso, da qua al 2030, di produrre e distribuire almeno il 90% del fabbisogno energetico mondiale, basandosi proprio sulle tecnologie rinnovabili e dunque in primis sul fotovoltaico e sull’eolico ed hanno iniziato a dare concretezza a questo piano con il progetto di un elettrodotto ad alta capacità che, sulla Via della Seta colleghi la Cina con l’Italia”. Lo sottolinea all’AdnKronos Leonardo Rinaldi, presidente di Agatos, società quotata all’Aim e attiva nella costruzione di impianti per efficientare i consumi energetici e per la produzione di energie rinnovabili.
Un tema presente nel contratto di governo. Qui, fa notare, “il passaggio sul mondo delle rinnovabili è dovuto: le mutazioni climatiche che abbiamo subito e stiamo subendo sono talmente evidenti che il modello di sviluppo economico basato sul petrolio non è più sostenibile. La strada delle rinnovabili è tracciata e mi sembra che questo governo abbia espresso la volontà di sviluppare il settore”.
E’ chiaro che ‘le dichiarazioni di un programma possono sempre essere implementate e migliorate. L’importante è poi – sottolinea Rinaldi – non ‘perdere per strada’ le buone intenzioni e mantenere coerenza e dare continuità a un settore che è strategico”. E questo è tanto più importante dal punto di vista strettamente economico, perché “è chiaro che se i Paesi non reagiscono a questa dichiarazione di intenti della Cina, “che potrebbe anche essere interpretata come una ‘dichiarazione di guerra economica’, il problema potrebbe diventare molto serio. Se nessun paese dà continuità al business sulle rinnovabili e non dà la possibilità di sviluppare una produzione di energia da fonti rinnovabili seria e importante, il rischio è che veramente nel 2030 saranno i cinesi a fornirci l’energia elettrica”.