Verrà presentato in anteprima al Macro Asilo di Roma, il documentario “L’Ultimo dei Mecenati”, un lavoro realizzato dall’editore Guido Talarico, con la redazione di Insideart, per raccogliere la testimonianza in presa diretta di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, l’uomo che guida la fondazione che forse più di chiunque altra in Italia negli ultimi anni ha sostenuto l’arte, la cultura, la sanità ed il terzo settore. L’opera sarà presentata in occasione della presentazione del “Premio Emmanuele Emanuele” per i giovani artisti contemporanei, un’assegnazione che nasce nell’ambito del Talent Prize, e anche a poca distanza della nomina dello stesso Emmanuele ad “Ambasciatore di Palermo CulturE nel Mondo 2019”. Un titolo mai assegnato in precedenza dal capoluogo siciliano che ha così voluto sottolineare la caratura internazionale del premiato e le sue grandi capacità di sostenitore e di promotore della cultura.

Attualmente Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, lo storico presidente della Fondazione Roma, di cui rimane presidente onorario, il Prof. Emmanuele è la tipica quanto rara figura della personalità poliedrica: Barone di Culcasi, nobile dei Marchesi di Villabianca, cresciuto alla sensibilità verso i più deboli da un padre medico per vocazione e dalla madre avvicinato alla passione per le belle arti, ha accumulato esperienze professionali tra le più vaste. Emmanuele è professore universitario, avvocato cassazionista, economista, banchiere, esperto in materia finanziaria, tributaria ed assicurativa, saggista, sportivo ancora in attività. Un curriculum di 60 pagine ricco di titoli, pubblicazioni, onorificenze, incarichi. Ma quello che lo rende veramente unico è proprio il ruolo del mecenate, una figura tipica nella storia del nostro paese che invece nelle ultime decadi è andata scomparendo.

“Molti sanno che Emmanuele è un uomo di grande personalità che ha avuto successo in diversi ambiti professionali – ha dichiarato il fondatore e presidente di Insideart e del Talent Prize Guido Talarico – pochi invece conosco il lavoro straordinario che ha fatto in Fondazione Roma e ancora meno hanno una esatta cognizione della sua decennale, generosissima attività mecenatistica svolta in Italia e all’estero. La lunga intervista che abbiamo girato è una ricostruzione dell’operato di una istituzione e del suo presidente che ogni anno e per decenni hanno distribuito sul territorio donazioni per attività filantropiche come pochi altri”.

“Mi piace inoltre sottolineare – ha concluso Talarico – un aspetto che in generale la stampa non ha saputo cogliere, vale a dire l’autonomia ed il valore innovativo di tutte le attività svolte dal professore. Il quale, proprio attraverso una gestione innovativa ed avanguardistica ha preso una fondazione di una piccola cassa di risparmio e l’ha trasformata in una istituzione di caratura internazionale con un patrimonio di circa un miliardo e mezzo, grazie al quale ogni anno può donare una media di 50/60 milioni di euro. Infine l’autonomia. Emmanuele ha difeso da tutto e tutti la sua creatura preservandone indipendenza e libertà di scelta. C’entra sicuramente la sua forte personalità e una naturale predisposizione alla primazia. Il racconto della sua vita è la sintesi di tutto questo. Alla fine non ci sono dubbi, lui è l’ultimo dei mecenati”.

(RED/GIUT)